Vecchi elettrodomestici rispetto alla nuova tecnologia

La folle corsa della tecnologia

“Ai miei tempi…”. Quante volte capita di sentire pronunciare questa frase e se prima a dirla erano gli anziani ora, sempre più spesso, sono gli appena quarantenni a ripeterla con aria nostalgica.

Qualche decennio fa, quando un nonno diceva “ai miei tempi” si riferiva alla propria gioventù, quindi a circa cinquant’anni prima.
L’evoluzione umana, infatti, progrediva con passi che duravano almeno mezzo secolo senza apportare cambiamenti radicali al vivere quotidiano.

Il passo della rivoluzione tecnologica, oggi, è diventato quello di “Speedy Gonzales” – che i bambini di oggi forse nemmeno conoscono – e basta che trascorrano dieci anni per sentire giovani genitori che ripetono quella frase ai loro figli minorenni.

A spingere sulla tavoletta dell’acceleratore è stata la tecnologia, se ci sono voluti milioni di anni per passare dai segnali di fumo al telefono – quello tradizionale, con il filo – ora ogni mese esce un nuovo smartphone sempre più avanzato. Non è un caso forse che il settore tecnologico sia l’unico a non essere stato intaccato dalla crisi economica mondiale.

I bambini di 10 anni non conoscono né i dischi 45 giri e né le musicassette, eppure solo negli anni ‘80 spopolavano per arrivare a scomparire totalmente con il nuovo Millennio e l’ascesa dei CD subito rimpiazzati dai file mp3.

Ai nostri giorni per ascoltare musica basta mettersi le cuffie – che un mese vanno di moda wireless e il mese dopo grandi come nei mitici anni ‘80 – e strisciare il dito sul display dello smartphone.

Questa corsa sfrenata riduce il tempo di “sedimentazione” dei ricordi, ovvero le nuove generazioni non riescono minimamente ad immaginare che negli anni ‘90 le persone usassero ingombranti cellulari con una specie di valigetta annessa e con un’autonomia di conversazione di mezz’ora.

Può essere interessante ricordare che gli elettrodomestici che usiamo quotidianamente in realtà sono i pronipoti di quelli presentati per la prima volta sul mercato circa un secolo fa, per essere aggiornati oggi abbiamo portali importanti come Amazon o ancora più specializzati in piccoli elettrodomestici come Rotex .

Una rivoluzione per le casalinghe

Il progresso ha sicuramente i suoi lati positivi, lo sanno bene le donne di casa. Cerchiamo di ripercorrere la rivoluzione tecnologica degli elettrodomestici più comuni:

– La lavatrice. Quando ha un guasto l’intero ménage familiare precipita nel panico.

La lavatrice “preistorica” fu costruita nel 1860 da Thomas Bradford ed era formata da un cestello di legno ottagonale inglobato in una scatola, sempre di legno che veniva riempita con acqua insaponata. Per far ruotare il cestello con i panni da lavare si usava una manovella.

Non sembra un’invenzione che risparmiasse molta fatica alle massaie, in realtà era certamente molto più agevole che recarsi al fiume o alla fontana e sfregare i panni sull’asse di legno, magari inginocchiate.

Le lavatrici di oggi non solo fanno girare da sole il cestello, ma decidono autonomamente il programma in base al tipo di tessuti da lavare.
Con delle apposite App puoi azionare la tua lavatrice mentre sei al lavoro dall’altro capo della città o del Mondo.

Inoltre, il loro design è studiato così nei minimi dettagli da diventare dei veri e propri oggetti di arredamento.

– L’aspirapolvere. Avete presente quel piccolo cilindro con aspirazione ciclonica che lo potete usare anche alle due di notte, per aspirare le briciole in salotto, perché è super-silenzioso?

Sì, stiamo parlando proprio dell’aspirapolvere. Il primo brevetto a rilasciato per questo elettrodomestico, che ha mandato in pensione scope e batti-tappeti, è a nome di Anna e Melville Bissel che avevano inventato il “Bissel Carpet Sweeper”.

Si trattava di un apparecchio munito di pompa manuale con un lungo tubo, il tutto fissato ad una carrozza trainata da calli.

Sembra quasi ridicolo paragonare questo antenato degli aspirapolvere a quelli di oggi. Eppure, senza quella intuizione embrionale, oggi non potremmo avere aspirapolvere senza filo che si caricano da soli e decidono quando aggirarsi per la nostra casa e pulire anche negli angoli più nascosti, individuando ed aggirando i vari ostacoli.

– Il frigo. Quante volte al giorno lo apriamo?
Eppure a pochi di noi sfiora l’idea che prima della comparsa – negli anni ‘50 – dei progenitori dei moderni “armadi del freddo”, per conservare i cibi si usavano il sale e l’essicatura.

Le famiglie che potevano permetterselo riempivano un apposito cassone di legno con il ghiaccio comperato in blocchi dal “signore del ghiaccio” che passava con il suo carretto attaccato alla bici.

Oggi sono i nostri frigoriferi a distribuire e a riempirci di cubetti di ghiaccio il bicchiere. Si è passati in meno di ottant’anni dal ghiaccio a porta a porta, ai frigo che sono veri e propri computer

C’era un volta il Commodore Vic-20

Il settore della tecnologia che progredisce con la velocità della luce è sicuramente quello dei computer.
Chi era ragazzino negli anni ‘80 ricorderà che il regalo più ambito era il Commodore Vic-20: il primo computer che un famiglia si poteva permettere.

Si collegava la tastiera allo schermo della TV – quella che non il tubo catodico – e il gioco era fatto.

In realtà se si pensa alle prestazioni dei computer di ultima generazione con il Vic-20 non ci potevi fare poi molto, ma per l’epoca era una vera rivoluzione soprattutto per i videogiochi.

Sfido un quarantenne di oggi a non avere mai giocato con il videogame in cui si doveva far attraversare la strada alla rana.

La grafica del Commodore strapperebbe un sorriso ai bambini “figli” del 3D, ma senza di esso oggi non potremmo avere dei computer che fra qualche mese, probabilmente, saranno anche in grado di farci il caffè.

Ogni tanto è importante ricordare da dove veniamo per capire dove vogliamo andare. Questo vale anche per il progresso tecnologico

22 Novembre 2017