Un Puc per il rinnovamento reale

In una Comunità, dove dagli anni del secondo dopoguerra in poi, la ‘febbre da cemento’ è stata il discrimine tra crescita disordinata e programmazione armonica, tra improvvisazione unita a professionalità approssimative e urbanizzazione controllata ed alla ricerca del ‘bello’ architettonico, tra gli attentati costanti alla distruzione di un patrimonio incredibile e l’impegno a tracciare come su di un pentagramma linee di crescita diversificate, e quindi tra una economia monodica e la individuazione di risorse polifunzionali ad una crescita generale, e, dulcis in fundo, tra una ricchezza concentrata nelle mani di pochi e la maggioranza della Gente costretta ad una asfissia che ha generato, salvo pochissime eccezioni, solo cattiva Politica ed una burocrazia asservita ed incapace a raggiungere il fine suo proprio, un Piano Urbanistico Comunale che dia senso e compiutezza alla sua espressione letterale, potrebbe in un colpo solo sanare i danni strutturali, ambientali, sociologici, economici verificatisi in tutti questi anni e riportare la vita comunitaria della Città a scelte di condivisione, di collaborazione, e di unione tali da superare, non solo le pulsioni e le tensioni esagerate ma la crisi attuale in generale? Certamente no! Il modo di vivere, le consuetudini e gli stili comportamentali, comprese le convinzioni che ne nascono, hanno necessità di anni se non di generazioni, perché si modifichino.

Ma allora, in sintonia con la tesi che sto sostenendo su AlgheroEco circa la capacità di questa Amministrazione di essere diversa da quella che ha governato ininterrottamente per circa dieci anni e di mettere in campo i segnali che danno un senso al cambio di rotta tanto cercato e tanto sperato con l’elezione a Sindaco di Stefano Lubrano, e che insistono, ho esemplificato, su a) una gestione diversa dei Lavori Pubblici,  b)una visione moderna della raccolta dei rifiuti urbani che si concretizzerà nel nuovo capitolato che prenderà vigore dal prossimo Marzo (anche se rimane insoluta la questione sulla enormità della cifra annuale da sborsare se essa viene comparata allo stesso servizio svolto in altri centri della Provincia di Sassari giusto per rimanere nell’ambito a noi più vicino), ed infine su c) una concezione degli indirizzi basilari del PUC che cambia radicalmente indirizzo rispetto al PUC che ha minato la poltrona dell’ex-Sindaco, in che modo può iniziare questo processo di inversione di rotta che ci auguriamo per Alghero?

Per quanto riguarda il punto a) fa fede l’esperienza diretta dei Cittadini che hanno memoria del passato e osservano lo svolgimento delle cantierizzazioni attuali; il punto b) rimanda alla speranza di un Territorio complessivamente più pulito e ad un sistema di asportazione dei rifiuti più consono alle sue ambizioni ed alle sue potenzialità basata sulla serietà, sia degli Uffici preposti che della Commissione Consiliare, impiegata nello studio di un capitolato coerente sia con le leggi attuali che con le esigenze in emersione; (un’altra grande emergenza legata alla salute ed alla offerta del nostro mare sia ai residenti che agli ospiti, legata alla ormai proverbiale ‘marea gialla’ ed al trattamento della ‘posidonia spiaggiata’, ereditata integralmente dalla precedente Giunta la quale in entrambi i casi se ne è resa responsabile, vengono affrontate con coraggio, ma soprattutto alla ricerca di competenze reali che ne verifichino le soluzioni più adatte); il punto c), ovverosia la presentazione delle linee guida del nuovo PUC, ha goduto di un esordio esplosivo innanzitutto per la definizione del tema ‘Rigenerazione Urbana’ che suona come un esame di coscienza vero e proprio rispetto alle abitudini ormai storiche di questa Città, ed in secondo luogo per la rivoluzione copernicana che l’Amministrazione impone alla problematica se la si rapporta alla concezione di PUC perseguita sino a due anni or sono: l’intervento edilizio cioè viene orientato prioritariamente verso le aree già urbanizzate, con due intenzioni basilari e fondamentali; la prima destinata a ricostruire bellezza e vivibilità nelle periferie degradate alla ricerca di un ponte ideale con le caratteristiche architettoniche del centro storico e delle sue immediate propaggini; la seconda idea della Rigenerazione vuole imporsi come alternativa concreta e credibile al consumo di nuovi suoli per uso urbano.

E’ questo un progetto ardito, costoso, complesso non solo per la sua realizzazione, ma soprattutto per la opposizione feroce, sistematica , e politicamente trasversale, che verrà messa in campo da quella consorteria formata da chi, in possesso di aree agricole, vuole trasformarle in una sorte di cassaforte familiare, e da chi, attraverso l’appartenenza a classi dirigenti diverse, può influenzare l’andamento dei processi sociali per il raggiungimento di questo fine. I Relatori che si sono alternati al microfono, ad eccezione del Segretario Regionale dell’ANCE (l’associazione dei costruttori Edili) che ha inscenato il solito pianto greco sulla sofferenza del settore, hanno fatto intravvedere una realtà da sogno, a me congeniale così come, presumo, a tutti quelli che pensano ad Alghero come ‘Bene Comune’ per eccellenza, da salvare e da trasmettere alle generazioni che verranno: un fermo ragionato all’uso sconsiderato del suolo, sia per i Cittadini che per le prospettive turistiche future, ha necessità di una condivisione nella coscienza di tutti; ed è per tale motivo che il Seminario del 15 Luglio scorso non può rimanere isolato, ma ribadito sino alla noia.

Il pericolo che questo processo, appena balbettato, prima ancora di diventare percorso operativo e concreto, possa bloccarsi non è peregrino né tanto lontano dalla realtà. In quello stesso contesto infatti, un primo gradino è stato costruito dallo stesso Sindaco il quale, nelle conclusioni finali, ha contraddetto tutto quanto detto sino ad allora, affermando che la trasformazione delle aree di proprietà comunale a Maria Pia in parco urbano trova un limite insormontabile nella mancanza di denaro per gli interventi necessari e per la successiva manutenzione, paventando la necessità dell’intervento privato; tutti sanno che questo intervento privato consiste nella concessione delle aree per la costruzione di Alberghi. Per quali Turisti e per quale Turismo? Alla prossima.

19 Settembre 2013