Sasssari, appuntamenti di grande impatto artistico all’Accademia Sironi


L'evento "il cinema contro" 
di Fredrik Gertten e il workshop del Gruppo Ippolita sono i due appuntamenti in programma l'8 e il 9 febbraio presso l'accademia artistica Mario Sironi

L’8 il 9 febbraio all’Accademia Sironi di Sassari prenderà vita la seconda puntata di quel percorso di conoscenza e approfondimento del nuovo cinema del reale.
 Dalla Svezia, prima della sua partecipazione al Festival di Berlino, arriva Fredrik Gertten in un incontro dal titolo “il cinema contro”. Gertten ha lavorato come giornalista per giornali, radio e televisione in Africa, America Latina, Asia ed Europa tra il 1980 e il 1990. Nel 1995 ha pubblicato il diario Ung uomo söker Världen (Giovane uomo alla ricerca per il Mondo). Ha scritto per il quotidiano Arbetet dal 1990 fino al 2000 e per Kvällsposten nel 2001-2003. E’ stato anche il produttore di documentari e spettacoli di intrattenimento per la svedese canali televisivi SVT , TV 4 e TV 3.

Perchè per Gertten, che segue una profonda vena giornalistica, si potrebbe dire che l’arte è un martello e non uno specchio e la sua produzione si potrebbe definire di guerriglia audiovisiva. Al punto che nel 2009, la società di produzione di Gertten WG Film è stata citata in giudizio per diffamazione da Dole Food Company dopo la proiezione degli Stati Uniti di Bananas!, un film documentario su un conflitto tra Dole e i lavoratori delle piantagioni di banane in Nicaragua su presunti casi di sterilità causati dal pesticida DBCP .Il tribunale ha deciso in favore della società di produzione, e la causa è diventato oggetto di Gertten del 2011 Documentary Big Boys Andato Bananas! Entrambi saranno in visione l’8 febbraio. il giorno dopo, altri due lavori, tra cui quello che racconta il calciatore Ibrahimovic quando ancora non lo conosceva nessuno. Una “chicca” . Incontri internazionali sul documentario
 Fredrik Gertten “il cinema contro” si terranno l’8 e 9 Febbraio
 in aula magna – Accademia di belle arti
. Coordina Lorenzo Hendel
. Programma: 
 8 febbraio 10,30 “Bananas!”
 – ore  15,30 “Big Boys Gone Bananas”
. 9 febbraio: 10,30 “Bikes versus Cars”
 – ore  15,30 “Becoming Zatlan 


”.

“Le parole della rete: dal lessico all’esperienza” è il titolo del workshop con il Gruppo Ippolita in programma sempre l’8 e il 9 febbraio in Accademia Sironi che nasce con l’idea di un continuo ampliamento dell’offerta formativa agli studenti attraverso incontri con studiosi di “rottura”: tanto da poter essere definiti anti-accademici. E di sicuro interessante e ricco di spunti di discussione e riflessione. Ippolita “fa reality hacking dal 2005, svolge una preziosa opera di ricerca interdisciplinare (e azione diretta) sulle tecnologie del dominio e i loro effetti e, soprattutto, fa critica sulla rete e della rete senza demonizzare la rete, perché “non siamo né apocalittici né integrati, semplicemente il nostro è un amore pieno di consapevolezza”.

“L’obiettivo delle conferenze, seminari e laboratori di Ippolita 
è usare i social network e il nostro uso quotidiano di queste
tecnologie come esempio per capire il presente. Il punto di partenza è
semplice: il web 2.0 e i dispositivi digitali commerciali favoriscono
fenomeni di delega tecnocratica. E questo a prescindere dalla
funzionalità degli strumenti stessi, dal fatto che funzionino bene o
male, che ci piacciano oppure che li detestiamo.
La diffusione capillare dei social network comporta dinamiche di
esclusione che abbiamo già sperimentato con il boom dei telefoni
 cellulari. Se non hai un account sul social del momento, non sei parte 
di una minoranza e basta: più semplicemente e radicalmente, non esisti,
 diventa difficile rimanere in contatto con gli altri.”

“Tanto più se non 
si hanno relazioni precedenti al magico mondo dei social network, ad
esempio per ragioni anagrafiche: i più giovani, i bambini e gli
 adolescenti subiscono una pressione sociale più forte ad adottare in
maniera esclusiva questo genere di strumenti. Fortunatamente sono spesso
molto più smaliziati e competenti degli adulti nel gestirli, perché sono
 nati e cresciuti in un mondo digitalmente interconnesso, di cui
conoscono luci e ombre per esperienza personale. Sfortunatamente, nel 
complesso non hanno alcuna memoria storica e ritengono erroneamente di 
essere completamente diversi dalle generazioni che li hanno preceduti,
con problemi totalmente nuovi e strumenti completamente innovativi per
 gestirli e risolverli”.

5 Febbraio 2017