«I rom sono antipatici a quasi tutti, ma è assurdo che nessuno stia dalla loro parte»

Lo scrivono in una lettera aperta il senatore Manconi, Alessandro Bergonzoni, Anna Foa, Gad Lerner, Ermanno Olmi, Moni Ovadia e Santino Spinelli: "Oggi i rom sono tragicamente soli".

È Luigi Manconi, senatore sassarese del Partito Democratico e sociologo in prima linea nel campo della difesa dei diritti umani, a riaprire la discussione sul modo in cui viene “raccontato” l’universo rom e sinti. Manconi è infatti il primo firmatario di una lettera aperta nella quale si affronta il problema “culturale” del peso dei pregiudizi e della strumentalizzazione politica nel rapporto con le comunità rom.

Il testo è co-firmato da Alessandro Bergonzoni, Anna Foa, Gad Lerner, Ermanno Olmi, Moni Ovadia e Santino Spinelli e lancia una campagna dell’associazione “A buon diritto”:

“I rom sono antipatici a (quasi) tutti: ed è indubbio che una parte di essi vive nella illegalità, commette reati e induce i propri figli all’accattonaggio. Per molti italiani i rom costituiscono il primo motivo di allarme sociale. Tutto ciò può giustificare l’aggressiva mobilitazione anti-zingari oggi in corso nel nostro paese? Una sorta di pogrom culturale ai loro danni? Una minoranza di circa 180mila persone per metà cittadini italiani e per il 60% residenti in abitazioni rischia di rappresentare il capro espiatorio delle ansie collettive, delle frustrazioni sociali e dell’inquietudine per la propria sicurezza. Oggi i rom, quelli buoni e quelli cattivi, sono tragicamente soli: nessuno sta dalla loro parte e nessuno sembra ricordare che i diritti sono indivisibili. E che negare ai rom le garanzie e le risorse della cittadinanza vuol dire accettare che quelle stesse garanzie e quelle stesse risorse possano venire limitate e compresse nei confronti di noi tutti. Consentire che i rom diventino l’oggetto dell’ostilità sociale e il bersaglio di un vero e proprio meccanismo di degradazione morale significa contribuire a far sì che la nostra società sia sempre più cattiva e ingiusta. Assistere in silenzio a questa mobilitazione dell’odio equivale alla resa verso chi vuole criminalizzare tutta una minoranza per poterla mettere al bando”.

Del resto, solo la settimana scorsa Manconi aveva pubblicato su Internazionale un’analisi molto interessante sul modo in cui è “percepita” la questione rom: “Ogni occasione può essere utile per provare a smontare quella macchina di pregiudizio e di stigmatizzazione, di stereotipi e di luoghi comuni che ha consentito la diffusione di una così aggressiva ostilità […] I rom presenti nei campi tendono inevitabilmente ad autoghettizzarsi dentro quella dimensione circoscritta e coatta di marginalità sociale e autogoverno, dove si riproducono circuiti illegali e relazioni di potere. Per contro, chi abita vicino a quei campi si convince del fatto che rappresentino una costante minaccia e, dunque, oscilla tra volontà di chiuderli in maniera definitiva e tentazione di “spazzarli via” con ogni mezzo”.

Tratto da www.fanpage.it ©

Redazione, 16 Aprile 2015