Promesse, retromarce e annunci: tre anni di proclami

L'opinione di Pasqualina Bardino (Circolo Popolare Europeo)

La capacità di Bruno di fare annunci fine a se stessi per nascondere il vuoto programmatico e l’incapacità di amministrare è oramai proverbiale.

Dai tempi del delineare “il futuro a colori” che Mario Bruno e la sua coalizione proponevano per la città, tanta acqua è passata sotto i ponti, pure troppa, e con essa il libero flusso delle promesse mancate che hanno caratterizzato il mandato. Promettere a vanvera, secondo Bruno, fa guadagnare credibilità e consenso nel breve termine, perché gli elettori non hanno il tempo di verificare l’eventuale mancata attuazione. Ma gli algheresi hanno avuto il tempo di verificare sul campo, purtroppo, che le promesse non si sono concretizzate. Un sommario fact-checking, mette in rilievo l’abnorme serie patti non mantenuti e anche retromarce clamorose e annunci.

“Entro un anno – secondo il cronoprogramma – il Puc dovrà essere adottato in Consiglio comunale”. Dichiarazioni di Mario Bruno dopo l’approvazione delle linee guida, il 4 agosto 2015. Di anni ne sono passati e del Piano Urbanistico Comunale non si è visto nulla, se nonulteriori dichiarazioni. Due promesse mancate in una: commentando infatti l’approvazione delle linee guida diceva: “Il metodo del dialogo, della condivisione e della partecipazione caratterizzerà anche il futuro lavoro di progettazione dello sviluppo dellacittà”. Metodo che come si è potuto appurare è rimasto lettera morta.

Dal Puc al lavoro: all’indomani della sua elezione a sindaco, 9 giugno 2014, dichiarava: “Penso ai 12.600 disoccupati di Alghero, un’enormità. Un dato allarmante che sarà per noi l’indicatore primo della nostra azione: se quel numero lo troveremo notevolmente diminuito – a fine mandato – vuol dire che la nostra azione è stata incisiva, altrimenti no. Sappiamo bene com’è andata, il “contatore” dei disoccupati è aumentato secondo i dati ufficialidella Regione (i senza lavoro ad Alghero sono il 45%).

Ancora sul lavoro: “Restituiremo alla produzione il compendio di Surigheddu e Mamuntanas, attivando progetti modello nella filiera agroalimentare, che prevedano produzione, trasformazione, commercializzazione dei prodotti e didattica, in stretto rapporto con le scuole del territorio e dell’intera isola e coinvolgendo gli agricoltori locali. Ho già preso appuntamento con Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri e responsabile del Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica”. Forte dell’endorsement di Lotti in campagna elettorale, il suo presunto sostegno si è poi concluso freddamente con gli “scapellotti” pubblici del Ministro a Porta Terra il 5 maggio 2017. I 1.200 ettari di Surigheddu e Mamuntanas sono stati nel frattempo messi all’asta dalla Regione al migliore offerente, e verosimilmente le imprese locali non potranno partecipare.

Promesse sull’edilizia, che nelle dichiarazioni programmatiche avrebbe dovuto avere un ruolo fondamentale: “Un importante contributo – diceva – può venire da un’edilizia nuova e diversa: addensare, recuperare, ristrutturare, riqualificare i quartieri, riusare, ammodernare, rigenerare. Può dare più posti di lavoro, e posti di lavoro migliori e più qualificati. “Come si è potuto verificare, l’edilizia ad Alghero è morta. Nessun programma di rilancio e uffici desertificati.

Marea Gialla.  Dichiarava ad inizio mandato: “Affronteremo il fenomeno della “marea gialla” individuando in tempi brevi il quadro delle possibili soluzioni, anche attraverso i rapporti con il Governo centrale, peraltro già attivati. Chiederemo alla Regione Sardegna di farsi carico del problema coordinando un apposito gruppo di lavoro di tecnici che coordini gli interventi di analisi e la ricerca delle soluzioni, stabilendo modi, linee di finanziamento e soprattutto tempi e scadenze precise nel breve periodo”. Dopo sei anni di inerzia, è bastato che Abbanoa rispettasse gli atti e facesse funzionare il depuratore e dirottasse le acque per l’irrigazione della Nurra, così come previsto nel progetto del depuratore e nel Piano di gestione del maggio del 2011. 

Privatizzazione aeroporto, Sogeaal e Ryanair. Resta memorabile la giravolta sulla privatizzazione della società di gestione, dalla mattina alla sera del 31 di agosto 2016, Mario Bruno è passato da una posizione di contrarietà ad una di completo accordo alla privatizzazione della Sogeaal, con una virata di 180°, “degna di un velivolo dalle migliori performance” commentava così dall’opposizione Michele Pais nel settembre 2016. Indimenticabili per gli algheresi le avventure romane e i selfie con O’Leary che hanno segnato uno dei momenti più negativi del mandato di Mario Bruno.

Auspichiamo che Bruno una volta per tutte interrompa il flusso di annunci e inizi a lavorare sul serio per risolvere i problemi degli algheresi.

Pasqualina Bardino (Circolo popolare europeo)

9 Novembre 2017