Palermo, i genitori cambiano sesso a una bambina di 2 anni

L'intervento è stato effettuato su una bambina dichiarata femmina alla nascita, ma in possesso di un corredo cromosomico del tutto compatibile con l'appartenenza al sesso maschile.

Un bambino di soli due anni è stato sottoposto al cambio di sesso: è accaduto a Palermo, presso il policlinico universitario Paolo Giaccone, dopo che il bimbo – dichiarato alla nascita come appartenente al sesso femminile – è stato fatto oggetto di approfonditi esami che hanno accertato un corredo cromosomico del tutto compatibile con l’appartenenza al sesso maschile. Sono stati i genitori ad avviare la procedura per il cambio di sesso da femmina a maschio all’anagrafe del comune di nascita. Il caso è stato successivamente affidato a Marcello Cimador, associato di Chirurgia pediatrica e responsabile dell’Urologia pediatrica del Policlinico, che ha elaborato la strategia chirurgica per restituire al piccolo la sua identità maschile, dotandolo di genitali appropriati al proprio sesso cromosomico.

I medici hanno sottoposto il bambino a due interventi chirurgici differenti: il primo è servito a ricostruire il pene e la via urinaria intra-peniena, mentre il secondo all’asportazione di utero e vagina con una tecnica combinata, laparoscopica e tradizionale, con la collaborazione di Renato Venezia, responsabile della Ginecologia dello stesso Policlinico. “Sovente in passato in questi bambini venivano mantenuti i genitali femminili, a causa dell’alta complessità di eseguire una genitoplastica mascolinizzante – dice Cimador – Era poco conosciuta infatti la cosiddetta ‘androgenizzazione cerebrale’ ovvero l’esposizione del cervello del feto e del piccolo bambino agli ormoni androgeni che orientano sessualmente l’individuo verso la mascolinità, col risultato di avere dei soggetti che si sentivano maschi in tutto tranne per il fatto di avere dei genitali di femmina. Casi clinici così complessi possono essere curati solo nell’ambito di una intensa collaborazione multidisciplinare, come nel caso in questione, in cui neonatologi, genetisti, ginecologi e chirurghi pediatrici afferenti al Dipartimento Materno-Infantile del Policlinico di Palermo hanno dato il loro contributo al successo delle procedure”.

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Davide Falcioni, 27 Settembre 2016