A monte d’Accoddi “Note di Sardegna”

Domani alle 18 la rassegna di musica, canti e danze della tradizione sarda.

Andrà domani sera, 20 maggio, una tra le più attese iniziative di contorno della Cavalcata sarda: l’appuntamento con la musica tradizionale sarda all’altare prenuragico di Monte d’Accoddi. Alle 18, a presentare la serata “Note di Sardegna a Monte d’Accoddi” sarà Giuliano Marongiu. L’altare prenuragico di Monte d’Accoddi, esemplare unico in tutto il Mediterraneo, offre la cornice ideale per l’VIII edizione di una serata speciale di musica, canti e danze tradizionali della Sardegna.

Due le sezioni della manifestazione, Voci e suoni di Sardegna e Miti e riti dell’Isola. Per la prima sezione interverranno: Roberto Tangianu, il Coro Polifonico “Atzara”, il Coro Polifonico Femminile “Tonara” e il Coro “Su Cuncordu ‘E Sette Dolores”. Nella seconda sezione saranno protagoniste le maschere tipiche della Sardegna: Maschera Boes e Merdules, Maschera Sa Maschinganna e Sa Majaja, Maschera di Olzai, Maschera Mamutzones e Maschera S’Ainu Orriadore.

È previsto un servizio di bus navetta gratuito fino a 100 posti, con partenza da corso Regina Margherita, angolo emiciclo Garibaldi, alle ore 17.15.

Gli ospiti:

BOES E MERDULES
(Maschera tradizionale di Ottana)

Quello di Ottana, uno dei più noti, autentici e affascinati carnevali della Sardegna, ha tre protagonisti principali: sos Boes, i buoi, ricoperti di campanacci e pelli di pecora e tenuti per le redini da sos Merdùles, uomini col viso coperto da atroci maschere nere, e infine Sa Filonzana (o “Sa ilonzana”), una spaventosa e misteriosa vecchia che fila la lana. Il “Carrasegare de Otzana”, come gli altri carnevali sardi, affonda le sue radici nel mondo sardo arcaico e mette in scena i momenti più importanti della vita agro-pastorale.

CORO POLIFONICO ATZARA
Il Coro Polifonico Atzara nasce nel gennaio del 2010. L’attività del Coro si è rivolta soprattutto alla acquisizione dei caratteri fondamentali della coralità popolare. Il repertorio ricalca le orme e i dettami della coralità nuorese. Il Coro è composto da 32 elementi.

ASSOCIAZIONE CULTURALE “SA MASCHINGANNA E SA MAJAJA”
(Maschera tradizionale di Busachi)
“Maschinganna” è una figura demoniaca che imperversa nelle campagne prendendosi gioco di pastori e contadini e terrorizzando i bambini che si avventurano nel bosco (da qui l’epitaffio “s’ingiammu ‘e su fedu” cioè lo spaventa bambini) senza però recare danno a nessuno. Una delle figure più importanti è quella di “Su Pastore” che non solo percuote Maschinganna durante tutto il percorso, ma dirige con maestria e disinvoltura il gregge, a cui impone di volta in volta ritmi e cadenze diversi. Inoltre ha l’arduo compito di uccidere Maschinganna alla fine della processione. Altro personaggio è “sa majaja”, una maga buona, che con le sue preghiere e le sue magie benedice il posto in cui passa Maschinganna, scacciando il malocchio inferto dal demone.

ASSOCIAZIONE CULTURALE “BARBAGIA MASCHERE” DI OLZAI
Protagoniste sono tre diverse maschere:
Sos Intintos – sono vestiti con “zippone e antalera”, hanno visi imbrattati di nero e sono travestiti da vedove a lutto per la morte del carnevale;
Sos Murronarzos – indossano abiti d’orbace e campanacci; usano imbrattarsi il viso con il sughero bruciato: originariamente lo coprivano con autentici musi di porco o di cinghiale mentre oggi sono stati sostituiti da maschere di legno. Sfilano sempre in coppia. La maschera, scomparsa all’inizio del Novecento, forse per il comportamento eccessivamente violento, è stata recuperata in questi ultimi anni.
Sos Maimones – mezzo uomini e mezzo fantocci dalle fattezze femminili, hanno quattro braccia, quattro gambe e due teste. Sono maschere particolarmente allegre ed esplicite che personificano la fertilità umana.

CORO POLIFONICO FEMMINILE “TONARA” DI TONARA
Il Coro Polifonico Femminile “Tonara”, sorto nel 1998, è composto da 24 elementi e si occupa di musica polifonica sacra e profana, di brani della tradizione nazionale ed internazionale ma cura in modo particolare l’approfondimento della polifonia appartenente al patrimonio folkloristico regionale e locale, ponendosi come obiettivo la ricerca e la valorizzazione delle forme di canto popolare tonarese, appartenenti al cerimoniale religioso e al mondo femminile.

ASSOCIAZIONE CULTURALE “MAMUTZONES” DE SAMUGHEO
I “Mamutzones” sono le maschere tipiche di Samugheo e sono quelle che conservano maggiormente le caratteristiche da cui traggono origine. Anche se il loro significato primitivo si è in parte perduto, esse rappresentano al tempo stesso la passione e la morte di Dionisio, dio della vegetazione, le cui feste si celebravano in quasi tutte le antiche società agrarie. Dionisio, il dio che ogni anno moriva e rinasceva, come la vegetazione, è rappresentato dalla maschera zoomorfa de “S’Urtzu”, che indossa una intera pelle di capro, con la testa attaccata. Il capro era infatti la forma più frequente nella quale il dio si manifestava.

ASSOCIAZIONE CULTURALE “SU CUNCORDU ‘E SETTE DOLORES” di Santulussurgiu
Costituitosi nel 1999 nell’ambito della Confraternita della Beata Vergine Addolorata, nell’attuale formazione dal 2005 è composto da cantori appartenenti a tre delle quattro Confraternite presenti a Santulussurgiu. L’attività de “Su Cuncordu ’e Sette Dolores” si esplica, inoltre, in diversi eventi canori (quali cerimonie nuziali, celebrazioni liturgiche di feste patronali, eventi culturali e concerti) anche all’estero.

ASSOCIAZIONE CULTURALE “S’AINU ORRIADORE”
(maschera tradizionale di Scano di Montiferro)
La maschera della figura demoniaca di “S’Ainu Orriadore” ossia “Il Demonio” è così costituita:
sa carruga – maschera realizzata con bacino d’asino, bue o vacca, copre il viso e viene sostenuta da tiranti in pelle che formano una sorta di imbragatura attorno alla testa; copricapo – realizzato con pelle di capra di colore scuro che copre la parte posteriore del capo;
sa zimarra – mastruca a mezza manica, lunga fino a metà gamba, realizzata con pelli di pecora bianca;
calzones – pantaloni realizzati in fustagno o velluto nero;
sos bottinos o cosinzos – scarponi di colore nero, realizzati artigianalmente in cuoio ingrassato, chiusi da “sas corrias” ossia da lacci in pelle;
sos cambales – realizzati in cuoio ingrassato di colore scuro, bordati sopra e sotto e chiusi lateralmente da lacci e fibbie.

ROBERTO TANGIANU
Roberto Tangianu è considerato uno dei migliori talenti della tradizione musicale isolana. Ha ereditato l’arte del suonare dal padre Dante, con il quale ha fatto parte della formazione dei “Cuncordia a launeddas”, e dal bisnonno Raffaele Loi (nato e vissuto a Triei, in Ogliastra). L’esordio a soli 10 anni durante la Festa di Sant’Efisio, ha rivelato le attitudini allo strumento, aprendo un percorso che lo ha visto collaborare negli anni con il cantautore Eugenio Finardi, i Tenore “Remunnu ‘e locu” di Bitti, il pianista e compositore Romeo Scaccia, la Banda della Brigata Sassari diretta da Andrea Atzeni (con la quale ha inciso il brano “Is launeddas”), il maestro Alessandro Catte, e numerosi altri artisti. La sua partecipazione nelle feste di piazza e negli incontri televisivi ha notevolmente contribuito a divulgare la conoscenza delle launeddas tra i giovani.

19 Maggio 2016