«Migrazioni internazionali ed inadempienze nazionali ed internazionali»

L'opinione di Vittorio Guillot

Dalle discussioni seguite alla richiesta del Procuratore generale di Catania, Zuccaro, di fornire alla magistratura gli strumenti materiali e giuridici adatti a trasformare in prove utilizzabili in giudizio fatti e notizie assolutamente certe ma non acquisite dalla polizia giudiziaria, emerge, tra l’altro, in modo chiarissimo che i gommoni pericolosissimi, schifosi e stracarichi fin da quando partono dalla Libia, sono ‘idonei ‘a percorrere solo poche miglia.  Gli scafisti, cioè, sanno già in partenza che possono arrivare, si e no, fino alle navi ONG che li attendono al limite delle acque libiche.  Di conseguenza quei gommonacci non sono diretti in Italia ma solo verso quelle navi. Ciò si può affermare con sicurezza fin d’ora solo osservando quei battelli e ed anche a prescindere dagli sviluppi di indagini più accurate.

Se questo non è favoreggiamento della immigrazione clandestina, come lo vogliamo chiamare? Se, poi, la stessa Libia, come affermato perfino da Medici Senza Frontiere, consente alle navi ONG di operare nelle sue acque territoriali, per quale ragione i ‘naufraghi, o presunti tali, NON vengono riportati nei porti libici, indubbiamente i più vicini al presunto naufragio, come previsto dalle norme internazionali?

Che senso logico ha sottoporli, compresi i feriti ed i malati, a un viaggio venti volte più lungo   per portarli nei porti siciliani? Perché   l’Italia non chiede la apertura di un procedimento giudiziario di fronte alla Corte Internazionale dell’Aia   contro Malta e Tunisia che costantemente vietano l’ingresso nei loro porti alle navi con a bordo quel genere di ‘naufraghi’? Malta, addirittura, non effettua neppure i soccorsi in mare nella zona in cui è obbligata dalle Convenzioni S.A.R.  e lascia che tali interventi siano effettuati dall’Italia!  Possibile che l’alto commissario della UE, la nostra Mogherini, non abbia niente da obbiettare contro un simile comportamento di una nazione europea?  C’è qualcosa di poco chiaro o di inconfessabile dietro a questo atteggiamento rinunciatario?

Se, invece, Tunisia e Malta possono legittimamente ‘chiudere’ i loro porti, perché non li potrebbe chiudere anche l’Italia? Aggiungo che in questo caso, i ‘naufraghi’, o presunti tali, non correrebbero affatto soverchi rischi. Infatti le navi ONG, anziché portare i clandestini in Italia, potrebbero tranquillamente trasportarli verso lo stato di cui battono bandiera. Tra l’altro, fuori dalle acque territoriali altrui, le navi mercantili sono equiparate ad un tratto del territorio dello   stato di loro appartenenza. Perciò ospitare naufraghi o profughi a bordo equivale ad ospitarli sulla terraferma nazionale. Perché, in ultima analisi, non li portano verso altri stati disposti ad accoglierli? Perché non lo fanno?

Io, per quanto poco possa valere la mia opinione, consentirei alle navi ONG di effettuare nei porti italiani lo sbarco dei feriti e malati in pericolo di vita ed il rifornimento di tutto ciò che serve per quelle traversate, forse lunghe ma certo non impossibili. Consentirei anche il transito terrestre dei clandestini nel caso che venissero misericordiosamente accolti dai due stati che si trovano all’interno dei confini italiani: San Marino e la Città del Vaticano.  

Vittorio Guillot

8 Maggio 2017