L’Italia è tra i paesi che cresceranno di meno nel 2013, secondo l’Economist

L’economia globale ha cominciato da tempo a fare i conti con lo spettro della Grande Depressione. Ma se la gran parte dei Paesi industrializzati è stata bloccata dalla crisi per tutto il 2012 e ha fatto propria l’idea del declino nel 2013, c’è chi ha invece continuato a crescere a ritmo “misurato”. Come mostra il grafico dell’Economist Intelligence Unit (EIU), la società indipendente che fa parte del gruppo editoriale dell’Economist, ci sono diversi piccoli Stati le cui floride economie sono sorte dal nulla o resuscitate da situazioni disastrose. Così il nuovo anno dovrebbe sorridere in primis, secondo le aspettative, a Macao, cui il gioco d’azzardo porta introiti miliardari che contribuiscono quasi da soli al Prodotto Interno Lordo. Per il 2013 si prevede, peraltro, l’apertura di nuovi Casinò nel piccolo territorio sulla costa meridionale della Cina che crescerà maggiormente nel 2013 con un cambiamento in positivo di oltre il 14 per cento. Segue la Mongolia, territorio assai più grande rispetto a Macao, che fa affidamento ai giacimenti minerari tra i più grandi del mondo. Quindi la Libia, tornato ad essere uno dei principali esportatori di petrolio, dopo la guerra del 2011.

Nel frattempo, però, l’Europa non se la passa bene. La Grecia, divenuta da un paio di anni a questa parte la nazione-simbolo della crisi economica, è lo stato messo peggio di tutti. Segue il Portogallo e la Spagna, altri due paesi che hanno conosciuto sin troppo bene la recessione. Nella top ten dell’EIU dei paesi in declino, ci sono ben sette nazioni europee. L’Italia è al settimo posto. Presenti anche l’Olanda, Cipro e la Croazia. Ciò lascia intendere che il Vecchio Continente sarà interessato da una significativa contrazione economica per questo 2013.

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4 Gennaio 2013