“Quando la collaborazione fa la differenza”

Riflessione di Chiara Rosnati

Domenica, insieme ad un gruppo di studenti, partecipo ad una esercitazione sul campo. Casualmente ci imbattiamo in una condotta che perde acqua in pressione … un vero geyser, che in un periodo di tale siccità desta grande preoccupazione. Fotografiamo, cerchiamo di informarci. Siamo nella Nurra assetata, intervisto agricoltori e abitanti. Tutti mi dicono che è così da anni… rabbrividisco. Citano il consorzio della Nurra, provo a cercare informazioni ulteriori anche da amici che al consorzio ci lavorano, ma senza risultati. Scrivo un post pubblico, tanti rispondono confermando che è così da anni e che hanno avvertito il consorzio. Si scatena il mondo…. Intanto l’acqua continua a sgorgare con la sua potenza e i rubinetti sono a secco, e la terra si prepara ad un’altra stagione di sete. Il mio post diventa argomento politico, viene schiaffato e condito in prima pagina su un giornale online. Arriva la replica piccata…. Mi chiedo dove ho sbagliato, ma mi rendo conto che ho sbagliato a non cercare meglio la fonte. Nel frattempo mi domando perché debba essere io a cercare la fonte…. Ma essermi imbattuta nel caso mi rende complice se non agisco.

E un commento di una mia studente mi fa riflettere: “Chi non si schiera e sta in silenzio è complice. Chi si schiera, sbaglia e si scusa, ma continua a informarsi perchè il mondo migliori, è un eroe”. La mia non è una ricerca di un colpevole e neanche di diventare un eroe ma è la ricerca di una soluzione per interrompere lo spreco di acqua. La replica piccata accusa Abbanoa. Sfoglio la memoria (non del telefono, ma dei ricordi di persone amiche che possono aiutarmi, che magari conoscono la situazione per lavoro o che possano indirizzarmi), si accende un lampo con il nome di un amico che lavora nel settore. E’ sera, un po’ titubante lo chiamo, si sente che è stanco … ma subito reagisce felice di collaborare per il bene della comunità. Mi spiega come funziona il settore idrico: Abbanoa è responsabile della rete dal potabilizzatore in poi e del sistema di depurazione. La rete che porta l’acqua è di competenza ENAS. Quella tubatura probabilmente porta acqua dal Coghinas a scopi idropotabili…. Quindi Abbanoa non ha responsabilità. Avverto il mondo del web su questa prima scoperta. E alle 9.00 di stamani mi metto in contatto con qualcuno che può mettersi in contatto con i responsabili di ENAS. Mando foto, coordinate geografiche e dopo 3 ore era risolto.

Ricapitolando: Il responsabile formale sembra essere ENAS, che gestisce la rete sarda e probabilmente non ha un sistema di monitoraggio efficace su tutto il territorio (per questo ci vogliono fondi e pianificazione. L’ente ha ricevuto in eredità un sistema che “fa acqua” da tutte le parti, e la Regione non ha ancora investito abbastanza per ammodernare il sistema e migliorare il suo controllo in remoto). Tutto il mondo locale sa della perdita, compresi gli enti che gestiscono altri settori del comparto idrico, e che hanno un presidio fisico sul territorio. Chi ha scritto, in risposta al mio post, di aver segnalato più volte la perdita, forse l’ha segnalata all’ente sbagliato, cioè ad Abbanoa. Sarebbe opportuno che gli enti dialogassero. L’amministrazione comunale (chiunque essa sia, visto che il problema sembra perduri da un decennio) è costretta a emanare continue ordinanze di restrizioni idriche e non mostra incisività concreta nel favorire la collaborazione tra enti che gestiscono la stessa risorsa.

I cittadini, i comitati di borgata, la protezione civile, i barracelli, il corpo forestale, chiunque sia passato di lì in questi anni, se ha segnalato e non è stato ascoltato deve porsi qualche domanda su come migliorare il sistema della comunicazione, della collaborazione…e nel caso non si abbia risposta, della segnalazione pubblica. Gli strumenti esistono, come hanno dimostrato le ultime ore. In conclusione: Il rimpallo di competenze (odio questa parola) porta alla crescita del giunco (vedi foto), ai rubinetti asciutti, alle campagne aride, agli agricoltori disperati che accetterebbero qualsiasi liquido pur di inumidire le loro zolle rinsecchite, ma anche alla sfiducia verso le istituzioni di qualsiasi tipo esse siano … Ma anche, è quello che spero con questa storia, alla rinascita della coscienza civica, a forme di collaborazione mirate alla soluzione dei problemi, alla politica nel suo senso più profondo di tutela dei beni comuni.

Chiara Rosnati, 23 Gennaio 2018