Il Governo dice no all’Agenzia entrate sarda

«L'impugnazione riguarda solo una parte programmatica della legge» - dichiara l'assessore della Programmazione Raffaele Paci. Per il collega dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda, si tratta invece di una «dichiarazione di guerra da parte del governo».

Alcune norme in materia tributi eccedono alle competenze statutarie ed invadono la competenza riservata alla legislazione statale dall’articolo 117 della Costituzione, in materia di “sistema tributario e contabile dello Stato”, violando altresì il principio di buon andamento della pubblica amministrazione di cui all’articolo 97, primo comma, della Costituzione. Così il Consiglio dei ministri, che ha deliberato di impugnare la legge della Regione Sardegna n.25 del 28 ottobre inerente l’ “Istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate”.

«L’impugnazione deliberata dal Consiglio dei ministri riguarda solo una parte programmatica della legge, ovvero la eventuale futura riscossione diretta dei tributi regionali, una norma in prospettiva scritta nell’articolo 3 nel pieno rispetto delle leggi nazionali e con la clausola specifica di un preliminare e indispensabile accordo con lo Stato» – dichiara l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci commentando la decisione di impugnare la legge sull’Agenzia Sarda delle Entrate approvata dal Consiglio regionale lo scorso 25 ottobre. «Quindi, a nostro avviso, non c’è invasione delle competenze statali da parte di quelle statutarie e non viene violato il principio di buon andamento della pubblica amministrazione, come invece ritiene il governo che ha deciso di impugnare nonostante una analoga norma sia già prevista dalla Provincia autonoma di Trento».

«In ogni caso, nei prossimi mesi sarà la Corte costituzionale a pronunciarsi. Nel frattempo, però, la legge che istituisce l’Agenzia delle Entrate è pienamente operativa in ogni sua parte e quindi va avanti, perché appunto l’impugnazione riguarda solo una norma di prospettiva. Per la Sardegna l’Ase ha una funzione strategica, perché permetterà di avere costantemente sotto controllo tutto il nostro fisco e di sapere sempre con certezza quanti soldi devono essere versati dallo Stato: una struttura essenziale per la nostra regione e per gli interessi del popolo sardo», conclude l’assessore della Programmazione.

Il collega dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda, ha invece parlato di «dichiarazione di guerra da parte del governo dei bocciati».

24 Dicembre 2016