Dico la mia: “No al Governissimo”

“Il panorama che ci consegnano le elezioni politiche del 24/25 Febbraio rappresenta una vera rottura epocale, la fine irreversibile di un ciclo che ha ridotto l’Italia un Paese ingovernabile nel cuore della più grave crisi economica del dopoguerra. Una crisi, vorrei ricordare, che non ci ha mandato lo spirito santo, ma scelte di politica economica sbagliate fondate sull’austerità di bilancio europea e sulla sottomissione alla speculazione dei mercati finanziari.

Questo mentre, negli ultimi venti anni, si consumavano progressivamente tutti i riferimenti ideologici del passato, sostituiti dal mero tornaconto personale, da una furbizia italica sempre più antimeritocratica e da una corruzione politica irriguardosa, che abbandonava al proprio destino diverse generazioni di giovani. Oggi si inizia a pagare il conto. Queste elezioni hanno dato innanzitutto uno schiaffo alla tecnocrazia al potere – emissaria delle banche e della manomorta speculativa – e consegnato un’enorme responsabilità alla politica. Una politica che oggi è diventata meno di palazzo e più della gente e dei giovani: l’età media scende a 48 anni (una delle più basse in Europa) grazie al M5S; mentre la presenza delle donne sale all’11%, di cui il 40% sono del PD per effetto delle primarie. Un rinnovamento generazionale che promette aria fresca e idee nuove, se paragonato al Parlamento uscente composto in toto da puri nominati dalle segreterie dei partiti. La stessa legge indecente, il Porcellum di Calderoli, non consente però una chiara maggioranza di governo.

Qui, l’exploit del M5S, impone a Bersani e al centro-sinistra un’attenta riflessione politica. E’ evidente che i voti persi dal PD e dalla coalizione sono andati tutti al movimento (nelle ultime due settimane si sono spostati dai 5 ai 7 punti in percentuale), sono, quindi, consensi sottratti all’ultimo momento, quasi dati in “prestito”, pronti ad essere recuperati o resi stabili da come il centro-sinistra si muoverà nei prossimi mesi. Sono, cioè, voti del “popolo di sinistra”, che in questo modo ha voluto mandare forse l’ultimo segnale di sveglia alla sua classe dirigente.

Leggo dai primi commenti di D’Alema e Veltroni e di qualche altro “evergreen” del partito (mentre Renzi tace), che bisognerebbe aprire a Berlusconi per fare le “riforme” e qualche altra cosa che non si capisce bene cosa sia. Mi auguro di aver letto male: un altro “Governissimo” sarebbe la fine definitiva della sinistra, una decisione in rotta di collisione con il sentire della propria gente, un suicidio incomprensibile. Una parte del PD, mi auguro preponderante, a partire dal suo segretario, sembra opporsi a questo patto “scellerato”, che sarebbe solo un ennesimo ossequio a Berlino, ed io sarò con questa parte del mio partito. A mio parere, l’unica convergenza praticabile, in questa fase, è con il M5S, che pur con qualche deriva populista del suo portavoce, è, comunque, portatore di istanze con le quali la Sinistra deve confrontarsi. Succede già in Sicilia, a quanto pare con buoni risultati. Se ciò non fosse possibile, se si manifestasse nel movimento un’anima del tutto incompatibile con il governo nazionale del paese, allora si faccia una legge elettorale degna di questo nome, e si torni a votare. Subito. Prima che sia troppo tardi”.

27 Febbraio 2013