“Cra, quando la realtà è ben diversa da quella idilliaca descritta”

L'opinione di Marco Di Gangi, presidente di Azione Alghero Vice coordinatore regionale di Energie per l’Italia

Quello che agli occhi dei cittadini più attenti e meno facili da abbindolare ha tutte le caratteristiche di un disastro, le cui responsabilità politico – amministrative sono tutte facilmente ascrivibili, si trasforma per il sindaco Bruno e per il suo apparato propagandistico  in un grande successo, in un fatto “storico”,  in quello che viene definito  «un bell’esempio di leale collaborazione fra istituzioni, lungimiranza politica ed efficienza amministrativa».  Cinque milioni di euro,  facenti parte della  dotazione finanziaria  per  i progetti per lo sviluppo locale  dei Comuni costituenti la “Rete Metropolitana” vengono infatti,  in tempi da record,   destinati alla realizzazione di un nuovo centro residenziale. Resta il fatto  che, ad essere molto ottimisti,  il nuovo centro potrà realmente ricevere i primi ospiti non prima di tre, quattro anni, cioè nel 2021 o 2022,  dopo che verrà individuata l’area su cui realizzarlo, sarà stato progettato, sarà materialmente costruito e dotato di tutte le attrezzature e arredi per renderlo fruibile, altro che “ stretto periodo” di tempo come si vorrebbe far credere.

Oggi i fatti sono altri e la realtà è ben diversa da quella idilliaca descritta: 

·     il Centro Residenziale per Anziani di viale della Resistenza è chiuso, sembrerebbe definitivamente,  quando, a suo tempo,  si sarebbe potuto facilmente intervenire se  solo l’attuale maggioranza in Consiglio Regionale nel 2016  avesse accolto la proposta dell’ex sindaco di Alghero e attuale consigliere regionale Tedde di destinare 1.000.000 € per la ristrutturazione e riqualificazione  del CRA di viale della Resistenza e l’attuale amministrazione Bruno avesse esercitato tempestivamente e con forza il proprio ruolo a tutela della comunità algherese.

·     gli ospiti del CRA  sono trasferiti temporaneamente nel  convitto di via Tarragona con tutti gli inevitabili traumi psichici che questo esodo forzato ha certamente prodotto e continuerà a produrre e con la pressante esigenza di trovare il prima possibile una loro adeguata collocazione, certamente prima di settembre, quando il convitto, all’inizio dell’anno scolastico, dovrà essere restituito alla sua funzione;

·     i  servizi socio assistenziali  del Comune vengono  trasferiti in una sede, quella del “Lo  Quarter”  in Largo San Francesco, specificamente negli “atelier” che hanno ben diversa destinazione,  che dalle prime impressioni paiono  essere totalmente inadeguati a garantire le migliori condizioni lavorative agli operatori , ma anche e soprattutto, le indispensabili e obbligatorie condizioni  di riservatezza per gli utenti che sempre più numerosi e bisognosi di aiuto di varia natura si rivolgono quotidianamente a quegli uffici;

Alcune riflessioni a margine che dovrebbero servire di stimolo agli amministratori locali e a coloro che che si candideranno a guidare la città per i prossimi anni: i cittadini  algheresi con più di 65 anni costituiscono circa il 25% del totale della popolazione, praticamente uno su quattro, e nei prossimi anni grazie alla crescente longevità questa percentuale continuerà  a crescere. Quali politiche sociali, assistenziali, sanitarie,  quali piani, quali progetti che mettano al centro gli anziani, una fondamentale componente della collettività algherese? 

La questione è ovviamente articolata e complessa e riguarda situazioni molto diverse fra loro che spaziano dalla non autosufficienza alla solitudine desertificante nella quale,   spesso,  gli anziani sono relegati in mancanza di una famiglia coesa e presente. Certo, la soluzione delle diverse problematiche non dipende solo dalle Amministrazioni locali, ma passa dal sistema sanitario e dalla sua organizzazione a un welfare adeguato,   ma ripensare agli anziani in un’ottica diversa, in un periodo in cui i legami familiari e sociali sono più tenui, impone che la gestione delle condizioni di solitudine,  e più in generale le condizioni degli anziani, diventi   una questione politica, cui gli amministratori locali devono dare precise risposte. 

Come vivere la longevità deve costituire un elemento imprescindibile dell’agenda e dell’azione  politica che deve incidere sul modo in cui la collettività sceglie di vivere le relazioni,  accompagnando i nostri anziani in una fase estremante fragile dell’esistenza.  Andare oltre la gestione delle  emergenze e lavorare oggi per  migliorare  la qualità della vita degli anziani determinerà,  nel futuro, il miglioramento delle condizioni di vita di ciascuno di noi.

Marco di Gangi, 2 Agosto 2018