Cambiamenti culturali e migrazioni

L'opinione di Vittorio Guillot

Sono certo di una cosa: che la cultura dei popoli cambia nel tempo. Aggiungo che ritengo giusto che cambi. Intendo la cultura come termine che riassume un modo di pensare, di agire e di vivere generalmente accettato da una società e legato ad un certo ambiente naturale. Perciò, poiché l’uomo tendenzialmente cerca di migliorare le proprie condizioni di vita, le culture devono essere dinamiche. Devono, cioè, aggiornarsi e modificarsi per non inaridire, perdere la competizione con le altre civiltà, decadere e morire. Non è detto che questa ricerca di miglioramento proceda sempre nel verso giusto. A volte, infatti, per scelte sbagliate la società può addirittura regredire. Comunque sia, la società e la cultura cambiano per le nuove idee che si formano e circolano in seno a loro, per le scoperte scientifiche e tecnologiche, per gli influssi che provengono dal contatto con altri popoli. E’ sempre stato così e anche noi italiani, nel bene e nel male, non siamo gli stessi del medioevo e neppure quelli di 100 o di 50 anni fa. Perciò è normale, giusto ed utile che vi siano, tra i popoli, reciproci scambi di esperienze. Solo che, perché non si creino disastri, le novità culturali devono essere filtrate dagli stessi popoli ed accettate liberamente, secondo le loro esigenze, le loro convinzione e la loro volontà. Come? L’ideale sarebbe assicurando la massima libertà alla circolazione delle idee e favorendo gli scambi commerciali in modo che siano proficui per tutti. Anche le migrazioni possono essere un mezzo per far progredire un Paese. I nostri emigranti, per esempio, hanno contribuito fortemente alla crescita dei Paesi che li hanno accolti.

Occorre, però, che le migrazioni, avvengano in modo regolato, tenendo conto dei reciproci interessi e non minaccino la sicurezza di nessuno né creino sconquassi catastrofici. Perciò, venendo a noi, sono assolutamente contrario ad una nuova edizione di quella devastante ‘calata dei barbari’ che, tra stragi, sangue, lacrime, lutti e distruzioni, abbatté quanto la civiltà di Roma aveva costruito nel tempo. Ricordiamo che dopo quella catastrofe passarono lunghissimi e dolorosi ‘secoli bui’ prima che sorgessero nuove culture e nuove civiltà. In questa ottica credo che sia devastante accettare che le ‘trasformazioni culturali’ siano attuate attraverso disordinate migrazioni imposte autoritariamente da altri, sia che si tratti di loschi speculatori e sfruttatori, sia che si tratti di altri popoli. Preciso, tra l’altro, che non uso il termine barbaro in senso dispregiativo ma, secondo il suo significato originario, per indicare chi proviene da altre culture. Aggiungo che quei popoli saranno inevitabilmente spinti alla migrazione verso Terre più ricche se non saranno aiutati a migliorare le proprie condizioni di vita nelle loro madrepatrie . E’ la applicazione del principio dei vasi comunicanti alla politica ed alla storia.

Non ho neppure alcuna remora a dire che anche l’espansionismo coloniale europeo ebbe degli effetti negativi. Infatti, per quanto dall’Europa sia arrivato ai popoli colonizzati perlomeno tutto ciò che è riferibile al progresso scientifico e tecnologico, penso con orrore alle stragi perpetrate in Africa ed Asia, alla distruzione delle civiltà del Sud America ed al genocidio dei pellerossa e degli aborigeni australiani. Proprio pensando alle vicende storiche a cui ho fatto cenno, vorrei che quelle tragedie non si ripetessero in futuro da nessuna altra parte, neanche in Europa. Perciò mi preoccupa la arrendevolezza e l’incapacità europea ed italiana nel controllare la massiccia migrazione che arriva dal sud del mondo. I nostri sinistri, intendo i simpatizzanti della sinistra, guardando al passato, piangono calde lacrime per le crudeltà autoritarie che i cattivi bianchi hanno praticato sui poveri neri, sui rossi, sui grigi e sui gialli. Purtroppo non vedono il presente né si accorgono delle imposizioni che troppo spesso i nuovi arrivati stanno già attuando nei nostri confronti, facendosi perfino beffe delle nostre leggi, a cominciare da quelle che dovrebbero vietare l’immigrazione clandestina.

Si ha addirittura la generale l’impressione che ai nostri sedicenti democratici d.o.c. non interessi gran che il futuro della nostra gente. A dire il vero, però, c’è da chiedersi se questi ‘illuminati’ si accorgono che con l’immigrazione incontrollata si stanno ingannando anche centinaia di migliaia di disperati del terzo mondo , gettati in bocca agli speculatori che li sfruttano col lavoro nero, che fanno pagare cifre esorbitanti per dare in locazione delle luride stamberghe o delle indecenti baracche, che li arruolano nella malavita, che lucrano vergognosamente sulla così detta accoglienza. Non basta guardarsi intorno per capire che è assurdo sperare che il nostro stato possa dominare una simile situazione? E’ possibile che solo ai sinistri sfugga che questo affare sia internazionalmente più lucroso del traffico della droga? Si accorgono i nostri pseudo progressisti che così si danneggiano anche i lavoratori nazionali, messi alle strette da speculatori senza scrupoli che li minacciano di lasciarli a casa e di assumere ‘migranti’ a più buon mercato?

E’ mai possibile che non si accorgano di essere i migliori alleati di quegli sfruttatori di esseri umani che fanno capo al peggior capitalismo? O forse vogliono coscientemente collaborare con gli sfruttatori delle masse perché, secondo l’insegnamento di Marx, si creino delle situazioni dirompenti che sfocino nella rivoluzione comunista mondiale? Certo il loro Gramsci parlava di ‘astuzie della storia’ riferendosi al fatto che molte volte persone provenienti da diversa od opposta formazione arrivano a condividere uguali soluzione di problemi sociali e politici. Qui, però, la astuzia è tutta degli speculatori ed i sinistri, quelli in buona fede, secondo voi, che figura ci fanno? Per quanto riguarda quelli in mala fede la risposta è semplice: ne sono complici.

Vittorio Guillot, 15 Maggio 2017