Berlusconi: “Mi vogliono morto ma non farò cadere il governo”

Silvio Berlusconi non farà cadere il governo anche se con la conferma in appello del Processo Mediaset lo vogliono “morto”. Parola dello stesso Cavaliere intervistato a Tgcom24. Il riferimento è alla sentenzache ieri ha conferma la condanna di primo grado, e arriva nel giorno della richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura di Napoli a seguito dell’inchiesta sulla presunta compravendita di senatori. Ma Silvio Berlusconi rassicura sulla tenuta della maggioranza e sull’atteggiamento del Pdl. “Queste sentenze arrivano in un momento cruciale, mentre cerchiamo di tirare fuori l’Italia dalle difficoltà con una collaborazione non facile con il Pd”. Per l’ex premier quella in atto fra Partito Democratico, Popolo della Libertà e Scelta civica nel governo Letta è “una collaborazione che pochi pensavano fosse possibile realizzare, un tentativo storico di portata superiore a quella del governo Andreotti. Andremo avanti su quella strada per poter realizzare le riforme per rendere l’Italia un Paese pienamente governabile”.

“Chi non ha capito che la via delle riforme – ha proseguito Berlusconi – è l’unica strada per portare l’Italia in sicurezza sono i magistrati politicizzati, accecati da un odio pregiudiziale che mi vorrebbero interdetto e politicamente morto. Noi resisteremo per deludere le loro aspettative e fare il bene del nostro Paese”.

Dichiarazioni che arrivano peraltro a poche ore dall’intervento dell’Associazione nazionale magistrati per denunciare le “espressioni violente e offensive” con le quali diversi esponenti del Pdl, hanno accolto la condanna di Berlusconi. “È ridicolo accusarmi e condannarmi per una presunta evasione fiscale di 3 milioni di euro nell’anno in cui il mio gruppo ha versato all’erario 567 milioni di euro”, prosegue il Cavaliere assicurando nuovamente però che “non saremo noi a rompere la strada di pacificazione che abbiamo voluto dopo anni di scontri aspri. Dobbiamo adoperarci per tenere separate le questioni private di Silvio Berlusconi da quelle che riguardano il governo e le riforme”.

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10 Maggio 2013