Arriva il drone poliziotto. Lavoratori e manifestanti, tremate: è qui per voi.

A un cenno del suo utilizzatore il drone può cospargere gas lacrimogeno o urticante, spruzzare vernice, proiettare un laser accecante o sparare dei proiettili di gomma

Nell’ultimo numero del Venerdì di Repubblica (pg.26) il giornalista Pietro Veronese parla dei droni poliziotto creati dall’azienda sudafricana Desert Wolf.

Cos’è un drone poliziotto?

Il drone in questione è chiamato Skunk, è un ottacottero (dotato di otto rotori) ed è in grado di alzarsi in volo per seguire e sovrastare cortei e manifestazioni di vario genere. A un cenno del suo utilizzatore il drone può cospargere gas lacrimogeno o urticante, spruzzare vernice, proiettare un laser accecante o sparare dei proiettili di gomma (circa 20 al secondo, sino a un massimo di 4000 proiettili nel “caricatore”).

Ecco Skunk, il drone poliziotto.

Ecco Skunk, il drone poliziotto. 25 esemplari di questo drone sono già stati acquistati da una compagnia mineraria in funzione antisciopero. La Confederazione sindacale internazionale, cita Veronese, ha definito la macchina “ripugnante”. Le società che vendono questi macchinari sostengono che sono realizzati per “preservare le vite umane”.

Le vite umane di chi? Di chi controlla.

E quelle di chi viene controllato? Sono vite umane che contano meno?

Proiettando il pensiero più in là possiamo immaginare come in un futuro prossimo macchinari simili potranno essere a disposizione delle polizie di tutto il mondo, con l’obiettivo di fronteggiare manifestazioni e cortei di vario genere.

Si aprono scenari crudi, autoritari, dove vige il “mantenimento dell’ordine sempre e comunque”, con l’ausilio di mezzi sempre più evoluti di fronte ai quali i civili saranno sempre più inermi.

Giustificare l’uso di queste macchine per motivi di sicurezza dicendo che “così si preservano vite umane” è un non-sense. 

Si vogliono risparmiare vite umane utilizzando delle macchine per combattere altre vite umane. Si preservano le vite umane di chi esercita il controllo, mentre chi lo subisce non conta, viene visto come il problema. Difendere le vite dei guardiani (o poliziotti) sostituendoli con delle macchine da far scontrare con altri umani è un esempio di schizofrenia.

È un inganno semantico. Anzi, è un inganno totale. Si va a eliminare anche quel briciolo di umanità che è rimasto nelle fila dei controllori, siano essi addetti alla sicurezza privati o forze dell’ordine pubbliche. Lo stesso principio viene sempre più spesso replicato anche in campo militare, dove i soldati stanno venendo sostituiti da droni e robot per “preservare le vite umane dei combattenti” (again).

L’unico modo per preservare le vite umane è non fare la guerra. Non volerla, non provocarla.

L’unico modo per preservare le vite umane è restare in PACE.

Killer robot

Il tema robotica e sicurezza è un tema caldo e delicato che ho seguito con due diversi articoli su Wired.it, nei quali approfondisco il tema dei robot utilizzati in campo militare. Avete mai sentito parlare dei killer robots? Sono “robot con licenza di uccidere”, capaci cioè di sparare autonomamente ai bersagli individuati, siano essi macchine o esseri umani. C’è un comitato che sta cercando di bloccarne la sperimentazione e l’eventuale utilizzo, ne parlo meglio qui.

Platform-M Wall-E

A proposito, sapete che esiste un potente robot militare ispirato a Wall-E? Lo ha progettato la Russia, si chiama Platform-M (ma potremmo chiamarlo War-E) e ne parlo a questo link.

Ora, la domanda sorge spontanea: il futuro della robotica sarà al servizio dell’uomo, o contro di esso? Lo scopriremo presto.

Ps: a proposito dei droni, sempre sul Venerdì di Repubblica (pag.27) si cita un dato interessante/allarmante: dal 2001 a oggi circa 400 droni militari si sono schiantati al suolo o su case, fattorie, autostrade e piste. Si citano solo quelli d’uso militare, ma tenete gli occhi aperti, a breve potrebbero diffondersi ovunque. Anche vicino alla vostra casa.

Claudio Simbula, giornalista pubblicista e blogger.
Scrive di cultura, innovazione, presente e futuro.
www.iosperiamoche.it

Claudio Simbula, 19 Luglio 2014