Antichi sentieri e percorsi nascosti. La storia di Sassari e del territorio

Riaperte e valorizzate numerose strade vicinali che circondano la città. Di nuovo visitabile l'antica fonte Barca.

Paesaggi e sentieri a portata di mano, tutti di una bellezza unica e quasi dimenticata. Vecchie vie di collegamento tra i paesi dell’hinterland Sassarese e le tante località della valle del Logulentu, un percorso ad anello di circa trenta chilometri che cinge la città percorribile attraverso le strade vicinali. È quanto sta realizzando l’amministrazione comunale di Sassari con gli interventi di recupero di strade e sentieri, in grado di svelare al visitatore tratti di storia della città e aspetti di vita del territorio, ricchi di fascino e ancora poco conosciuti. Come quello “riportato alla luce” lungo la strada vicinale Barca.

L’intervento di riapertura della strada vicinale “Barca” ha permesso di ripristinare il collegamento tra “monte Bianchinu” e la valle “Badde tolta Logulentu”, secondo un percorso abitualmente utilizzato in tempi antichi ma che, negli ultimi anni, era andato completamente dimenticato e con il tempo interamente rimboschito e ricoperto di una fitta vegetazione.

Nei lavori sono stati impiegati 18 operai una tantum suddivisi in quattro squadre, coordinati da dieci tecnici del Settore Manutenzioni. Il progetto ha preso il via a luglio e si concluderà ai primi di dicembre.

Oggi l’intera giunta del Comune di Sassari si è recata nella strada vicinale “Barca” per effettuare un sopralluogo. «Avete aperto una strada, nel vero senso della parola – ha detto il primo cittadino Nicola Sanna questo pomeriggio ringraziando gli operai presenti nel sito – ci auguriamo che la Regione possa confermare l’impegno dei sussidi una tantum, perché dal lavoro che avete svolto voi può nascere ancora lavoro, in particolare per la gestione dei percorsi. Sassari non è soltanto la città ma si conferma anche territorio con ricchezze ambientali».

«Da gennaio ci auguriamo di far ripartire il progetto con altri lavoratori una tantum – ha aggiunto l’assessore alle Manutenzioni Ottavio Sanna –. Intanto l’Istituto tecnico Devilla ci ha presentato una proposta che vedrebbe impegnati gli studenti del terzo e quarto anno nell’attività di rilevamento dell’area. Per loro sarebbe l’occasione di fare pratica e per l’amministrazione l’occasione di rendere le aree più fruibile dal punto di vista dell’informazione a tutti i cittadini sassaresi e non solo».

Il Settore Manutenzioni del Comune di Sassari ha reso nuovamente visitabile l’intera area dell’antica “fonte Barca”, riportando alla luce vasche, abbeveratoio e le canalizzazioni interamente scavate a mano nella roccia.

Sono state riscoperte, inoltre – hanno fatto sapere dal Settore Manutenzioni – alcune delle antiche tecniche di convogliamento delle acque sorgive, ripristinando alcuni degli antichi percorsi di incanalamento e dei sistemi rudimentali, finalizzati alla regimentazione delle acque.

L’area della fonte costituisce il punto di partenza di quello che, anticamente, fungeva da asse principale di collegamento tra l’area di monte Bianchinu e Logulentu. Lì sono ancora visibili diversi mulini ad acqua, se ne contano non meno di 6, alcuni dei quali in buono stato di conservazione.

Il sentiero, caratterizzato da una fitta vegetazione con prevalenza di lecci alcuni dei quali ultra secolari, oltreché da macchia mediterranea (lentischio, cisto, fillirea ecc.), segue quello che è il corso d’acqua che prende il nome dall’omonima valle. Il sentiero si incrocia quindi più volte con il rio Barco e, dopo aver attraversato uno degli imponenti ponti ferroviari della linea Sassari Osilo Tempio Palau caratterizzato da piloni e arcate magistralmente realizzate in muratura, si congiunge con la valle di Logulento.

 

L’intervento costituisce la parte di un progetto più ampio che, con i lavori d’apertura già portati a compimento di altre numerose vecchie strade vicinali, andrà a costituire un percorso ad anello della lunghezza di circa trenta chilometri, percorribile alternativamente con i nuovi sentieri riaperti, senza soluzione di continuità con le contigue strade vicinali già percorribili.

In occasione dei lavori sono stati inoltre riscoperti e rivalorizzati alcuni siti di interesse archeologico, come a esempio l’area dell’Eba Giara, con le sue vasche scavate nella roccia, e di San Francesco verso Monte Furru, dove è presente una pregevole domus de Janas con funzione di luogo per la lavorazione e produzione di vino ed olio.

Sono inoltre apprezzabili vari esempi di vecchie tecniche utilizzate per la realizzazione degli stessi sentieri (scavi a mano in roccia), e per la loro percorribilità da parte di carri e bestie da soma (tratturi e selciati).

Sono particolarmente suggestivi, infine, i paesaggi riscoperti, alternati da ampie vallate ricoperte da una fitta vegetazione che consente di percorrere gran parte dei sentieri riaperti rimanendo completamente immersi nel verde, il tutto a pochi centinaia di metri dal centro abitato.

31 Ottobre 2014