«Allegria, la crisi comunale è stata risolta»

L'opinione di Vttorio Guillot

Sembra che la crisi della amministrazione comunale di Alghero, apertasi con l’uscita dalla maggioranza dell’UDC e dell’UPC e che ha raggiunto il suo apice con le dimissioni del sindaco Mario Bruno, sia stata risolta. Il sindaco ha ritirato le dimissioni. Prima, però, ha racimolato qualche consigliere comunale da altri schieramenti, poi ha avuto la assicurazione dell’appoggio esterno del PD. Con ciò è stato scongiurato lo scioglimento anticipato del consiglio comunale e l’arrivo di un nuovo commissario regionale. Tutto bene, quindi? La città potrà essere così amministrata con polso fermo fino allo scadere naturale della così detta ‘consiliatura’ –neologismo che non mi piace?- Impossibile rispondere, dato che ormai siamo più che abituati ai giri di walzer, alle piroette ed ai colpi di scena, nonché ai colpi di coda e di testa attuati dai tanti burattini che si agitano sul teatrino della politica nostrana. Aggiungo: Tutto bene un corno! Intanto il riavvicinamento tra il signor sindaco ed il PD è avvenuto grazie ai buoni uffici di alcuni gerarchi di quel partito, piovuti da Sassari e Cagliari.

Ciò ha dato alla conclusione della crisi il carattere di una soluzione pilotata dall’esterno della città e, di conseguenza, per interessi estranei ad Alghero. Più precisamente per convenienze elettorali e, quindi, di potere dello stesso PD. Già questo fatto non depone per niente in favore di chi, invece, dovrebbe governare Alghero per l’utilità della città e non di questo o quel partito. L’intervento di gerarchi esterni lascia legittimamente sorgere il dubbio che, più che all’interesse cittadino, esso sia tornato utile ai politicanti indigeni, ai quali quelli cagliaritani e sassaresi potrebbero aver prospettato soluzioni molto ghiotte per le loro brame personali. Questo è un sospetto, niente altro che un sospetto, per quanto logico e legittimo che, per l’autentico vantaggio della città, spero che venga smentito dai fatti futuri. La soluzione data alla crisi, inoltre, mi pare che costituisca uno schiaffo ed una vigorosa presa per i fondelli per i cittadini. Infatti il sindaco Mario Bruno si presentò al giudizio degli elettori con una determinata maggioranza e, soprattutto, con un determinato programma. Il PD, dal canto suo, si presentò alle elezioni, invece, con un altro candidato ed un altro programma. Ad un certo punto la maggioranza di governo si è dissolta. Bene, che ha fatto il nostro sindaco? Dopo un certo tiramolla dette le dimissioni ed iniziò le trattative, in particolare col PD, per tornare a galla e sopravvivere politicamente. Ma, signori miei, il programma amministrativo che aveva presentato agli elettori non era quello del PD. Era un altro programma, molto diverso da quello dell’opposizione. Viceversa, che senso avrebbe avuto far parte di uno schieramento o di un altro, della maggioranza o dell’opposizione?

Non vi pare, a questo punto, che in un Paese autenticamente democratico, considerata la impossibilità, a causa della defezione dell’UDC, di realizzare il programma proposto ai cittadini, il sindaco e la giunta avrebbero dovuto dare le dimissioni e restituire al popolo il diritto di esprimersi con nuove elezioni? E che dire del PD, che, presentatosi ai suoi elettori con un suo candidato sindaco ed un suo programma, diverso, ovviamente, da quello del dott. Mario Bruno, ad un certo momento ha concordato con costui un nuovo programma e gli ha dato l’appoggio, sia pure ‘esterno’ ma indispensabile per tirare avanti? Ma, mi chiedo, i cittadini che avevano votato per il PD non erano stati chiamati a dare il loro giudizio su un altro programma, cioè su quello originariamente presentato da quel partito? Signori cari, non stiamo parlando di programmi che riguardano uno spettacolo buffo ma lo sviluppo di questa città, a cui è legato il presente ed il futuro di tutti noi e dei nostri figli. Se, putacaso, non ci fossero state divergenze programmatiche, che senso avrebbe avuto lo scontro pluriennale tra il sindaco ed il PD? Sarebbe stato causato da faccende personali? Ma a noi cittadini che ce ne frega delle loro beghe personali? Per carità, il comportamento del sindaco e del PD è stato perfettamente legale, nel senso che entrambi hanno formalmente rispettato la legge. Direi, piuttosto, che entrambi hanno approfittato di una legge che sostanzialmente fa carne di porco della volontà popolare e favorisce la partitocrazia.

Sono certo che solo chi ha la mente libera dal condizionamento dei partiti può approvare questo ragionamento. Piuttosto, cittadini di Alghero, trovate, a questo punto, che sia logico, democratico e giusto che i politicanti, di qualsiasi partito e di qualsiasi schieramento, possano prendersi il lusso di cambiare le carte in tavola e di agire in modo diverso da quello che vi hanno proposto al momento delle elezioni? Che fine ha fatto la famosa ‘sovranità popolare’ se, poi, la vita politica è manipolata e stravolta in questo modo, secondo le ubbie e le voglie dei sedicenti ‘rappresentanti del popolo ’? Qualcuno penserà che io ce l’abbia col sindaco e col PD. No, non ce l’ho con loro, o non ce l’ho con loro in modo particolare. Tra l’altro non mi pare che il sindaco Bruno sia peggiore di quelli che lo hanno preceduto in tempi recenti. Inoltre sono certo che anche il così detto centro–destra, in analoghe situazioni si sarebbe comportato nello stesso modo. E’ il sistema partitocratico che non mi piace e lo ritengo una ipocrita parodia della vera democrazia. Non faccio neanche il tifo per il M5S, visto che anche in quel partito la volontà popolare non conta niente. La così detta ‘democrazia diretta tramite web’, infatti, non è altro che una pericolosa truffa, visto che la ‘rete’ è controllata e può essere manipolata a piacimento di una agenzia di informazione privata, la ‘Casaleggio & Associati’.

Tutto ciò, unito al fatto che non tutti i cittadini sanno né possono usare il computer per votare leggi e pubblici provvedimenti e che la disciplina del partito è dominata da un autoproclamato ‘garante’, a suo totale ed indiscutibile arbitrio, fa del M5S la estrema e peggiore espressione del sistema partitocratico. A me sembra, piuttosto, di vivere in un regime feudale, in cui i prepotenti signorotti facevano e disfacevano tutto ciò che a loro pareva e piaceva, alla faccia delle reali esigenze e volontà del popolo e di cui, conseguentemente, le elezioni erano perfettamente inutili. Quei feudatari, però, erano almeno più sinceri di quelli attuali se non altro perché non avevano la faccia tosta di autoproclamarsi democratici e progressisti. Forse sbaglio a pensarla così? Voi, cari lettori, che ne dite?

Vittorio Guillot, 8 Novembre 2017