«Aeroporto e low cost, attendiamo che la politica regionale scopra l’acqua calda»

L'opinione di Umberto Borlotti, ex direttore aeroporto Alghero

Ho ascoltato con molto interesse quanto dichiarato dal Ministro Delrio ospite della trasmissione Porta a Porta del 2 maggio sulla vicenda Alitalia: cause, responsabilità e soluzioni. Il Ministro, in maniera categorica, boccia l’azione strategica portata avanti dai vertici della compagnia i quali invece di indirizzare le fasi di sviluppo del traffico sul medio lungo/raggio si sono limitati, di fatto, ad una inutile e perdente concorrenza alle low cost sul corto raggio ed in particolare sul traffico domestico. Inoltre l’alta velocità ferroviaria, in particolare sulla direttrice Milano-Roma e Venezia-Roma, ha ulteriormente indebolito la redditività dove, per decenni, l’Alitalia ha raccolto a mani piene. E fin qui nulla di particolare (almeno per gli addetti ai lavori), ma la cosa che mi ha fatto sobbalzare è stata la candida affermazione del Ministro che, parlando dei vettori low-cost e riferendosi all’importanza del turismo, ha preso come esempio l’aeroporto di Trapani asserendo che il fenomeno low-cost opportunatamente supportato dai territori con azioni di marketing ammesse dall’Europa ha sviluppato traffico, turismo e portato benessere come non si sarebbe mai avuto con il traffico tradizionale.

Egli puntualizza che mai sarebbe stato possibile un flusso turistico così importante a Favignana se non ci fossero stati i voli low-cost opportunamente incentivati. Di conseguenza affidarsi ad un vettore come Ryanair seguendo il principio del co-marketing è possibile. Ma la politica nazionale sta scoprendo l’acqua calda o è improvvisamente rinsavita? Mi piacerebbe conoscere il parere del Presidente della Regione Sardegna e, alla luce di queste dichiarazioni, se egli si riconosce nelle considerazioni del Ministro dei Trasporti ed eventualmente perché questa metodologia è applicabile a Trapani e non ad Alghero.

Purtroppo, per il nostro caso, rinunciare sostanzialmente a questo vettore, operante anche in via quasi esclusiva, è stato invece demenziale e per evitare possibili disastri annunciati sarebbe bastato seguire le indicazioni che oggi lo stesso Ministro oggi suggerisce e che erano già attive fino al 2009. Chi proclamava: “più vettori” “diversificazione di traffico” “nessun ricatto” non progettava crescita e sviluppo ma nascondeva in realtà piani di ridimensionamento con una miope visione del futuro.

Oggi a livello nazionale paghiamo l’irresponsabilità e imperizia del management che per anni ha guidato la c.d. ristrutturazione di Alitalia passando dalla mano pubblica a quella privata con l’ombrello della peggiore politica; la grande compagnia degli Emirati non è riuscita (ma forse non era veramente interessata) a dare slancio e futuro ad un vettore importante per la nazione come l’Alitalia. Alla luce di quanto sta avvenendo da oltre un anno sul nostro territorio mi domando ora: quale sarà il futuro del nostro piccolo aeroporto e chi risponderà dei danni conseguenti? Mi auguro vivamente che presto anche la politica regionale scopra l’acqua calda e rinsavisca.

Umberto Borlotti

3 Maggio 2017