«Aeroporto Alghero, ritorno al passato»

L'opinione di Marco Di Gangi, presidente Azione Alghero

Ormai, giorno dopo giorno si manifestano con sempre maggiore evidenza gli effetti disastrosi delle scelte politiche sull’aeroporto “Riviera del Corallo” della classe politica al governo della Regione (Pigliaru, Deiana & c.) e dei loro fiancheggiatori. La strada della privatizzazione della società di gestione dello scalo algherese fortemente voluta dalla Giunta Pigliaru e  perfezionatasi con l’acquisizione del 71,25% delle azioni da parte di “Fondi Italiani per le Infrastrutture” (F2i), ad oggi non fa intravedere neanche lontanamente, ma neanche solo immaginare,  gli effetti positivi che i sostenitori  della stessa privatizzazione, come novelli paladini del liberismo più sfrenato, sbandieravano come cosa scontata e ovvia.

Cadono i primi veli e si manifesta la vera natura di questa operazione: nessuno sviluppo del traffico, almeno per ora, ma solo riduzione dei costi,  conseguita  prevalentemente  mediante esternalizzazioni di servizi e ridimensionamento della forza lavoro.  Tutto questo con la totale condivisione del socio pubblico (Regione) e nel silenzio delle amministrazioni locali principalmente coinvolte.  Sono queste le linee guida del “nuovo corso” che emergono  dalle dichiarazioni dei vertici di F2i nell’incontro con i rappresentanti del territorio  e del management Sogeaal in occasione della riapertura delle relazioni industriali con le rappresentanze sindacali: abbiamo  la conferma che la sorte del nostro scalo e del nostro territorio sono ancora di più a forte rischio di declino. 

Un Nord Ovest sempre più isolato, con collegamenti aerei ridotti all’osso, la cui continuità territoriale , anche se si fa fatica a chiamarla così, non funziona. La Giunta Pigliaru, con  l’assessore Deiana in primo piano ha, tra l’altro, decretato la morte , fin dal 2014, dei collegamenti con gli scali minori ( CT2), che integravano quelli con Roma e Milano ( CT1) , attualmente insufficienti e, grazie agli scioperi del personale Alitalia oggi ancor più ridimensionati; ha determinato la smobilitazione di Ryanair da Alghero che ha  cancellato buona parte dei collegamenti che svolgevano la duplice funzione di concorrere alla destagionalizzazione dei flussi turistici e alla integrazione della carente continuità territoriale.

L’azione combinata di queste mirate, scientifiche e ciniche scelte politiche ha già prodotto conseguenze pesanti nel 2016 ma, per il futuro, riduce  ai minimi termini le prospettive, non solo di sviluppo, ma anche di tenuta  dello scalo Riviera del Corallo, della mobilità dei residenti  e dell’economia del  territorio. Non saranno certo alcuni voli in più che qualche compagnia decidesse di attivare a modificare le dimensioni del disastro! Un ritorno al passato per lo scalo algherese e per la vita di cittadini e imprese, che genera ancora più rabbia in considerazione della contestuale ed importante crescita dei collegamenti e dei volumi  del traffico aereo negli aeroporti di Olbia e Cagliari.

Probabilmente è arrivato il momento che il territorio si svegli dal suo torpore, dalla sua incapacità di reagire e faccia sentire forte  la propria voce! E’ arrivato il momento di dissolvere Il narcotico e la disinformazione sparsi ad ampie mani da certa stampa, dai referenti politici regionali e locali, dai galoppini; è giunta l’ora di far cessare i trucchi di saltimbanchi, giocolieri e prestigiatori che hanno fatto di tutto perché quanto sta accadendo fosse accettato dai cittadini come naturale e fisiologico, anzi come un favore fatto al territorio,  un atto dovuto. Esiste ancora spazio per una mobilitazione del Nord Ovest della Sardegna? Ci sono ancora margini per difendere quanto è ancora rimasto da difendere, inclusa la dignità?

Noi siamo pronti a fare la nostra parte e ci auguriamo che quanti più partiti, movimenti, associazioni, operatori economici e cittadini colgano l’importanza di questo frangente.  Non è una questione di appartenenza politica o ideologica: sono in gioco il nostro  futuro e quello dei nostri figli, il nostro diritto alla libertà di movimento e quello di poter continuare a considerarci a pieno titolo cittadini italiani ed europei, il diritto di poter competere ad armi pari con altri territori. E’ una prova di maturità: quella in cui individuare la controparte e le responsabilità, ma anche le possibili soluzioni al problema.  

 

Marco Di Gangi, 29 Marzo 2017