10 Febbraio: Giorno del Ricordo e verità storica

L'Opinione di Vittorio Guillot

Oggi, parlando della prossima celebrazione della Giornata del Ricordo dedicata ai 350.000 mila profughi dell’Istria, Venezia Giulia e Dalmazia e delle 10.000 vittime assassinate dai comunisti slavi in quelle terre, un tale mi ha detto che occorrerebbe vietare che qualcuno si permetta di dire che laggiù non fu attuata una sanguinaria polizia etnica contro gli italiani. Non sono d’accordo: lasciamo che ognuno dica sempre la sua, anche se non ci piace per niente . Lo studio della storia, infatti, implica la conoscenza degli eventi ed il racconto di come effettivamente si svolsero. Richiede, in definitiva, che si ricerchi la verità nel modo più libero possibile, senza che nessuno imponga dei limiti o degli schemi prefissati. Perciò accetto che, anche per quanto riguarda la tragedia dei ‘giuliani’, qualcuno esponga delle tesi ‘riduzioniste’ o ’negazioniste’, ossia   che racconti che le vittime di quelle persecuzioni furono molto meno di quante si dica o, addirittura, che non ce ne furono affatto e che quei 10.000 morirono …. di sonno.

Stabilire che ci siano delle verità ‘ufficiali’ e ‘definitive’, che non possono e non devono essere contraddette da nessuno, infatti, è un comportamento indecente, da inquisizione o da regime totalitario, che si presta perlomeno al dubbio che si voglia autoritariamente limitare la libertà di ricerca storica per nascondere certe verità scomode. Il fatto che questo comportamento sia seguito dagli stalinisti anche a proposito di certe vicende legate alla Resistenza ed alla guerra civile italiana non è certo una giustificazione. Semmai, visto che costoro vogliono imporre le loro versione impedendo che si indaghi sulla autentica verità, ciò   conferma che, come scrisse Ernesto Rossi, perseguitato dal fascismo ed autore del ‘Manifesto di Ventotene’, “Il comunismo è la tomba della dignità umana”… io aggiungerei anche della intelligenza, visto il lavaggio del cervello a cui vorrebbe sottoporre l’umanità. Al contrario è, indubbiamente, molto più civile lasciare a chiunque la libertà di indagine e di esposizione dei fatti storici, anche quelli che riguardano il martirio degli italiani del confine orientale. 

Fra l’altro agli esuli non può fare assolutamente paura quella libertà di ricerca perché, dati e documenti alla mano, possono facilmente far fare la figuraccia di ottusi cialtroni a chi racconta inesattezze e balle sulla loro tragedia. Anche l’interpretazione ed i giudizi su quei fatti, secondo me, deve essere assolutamente libera. Così, se qualcuno dirà,  per esempio,che quelle persecuzioni e stragi furono ‘cosa buona e giusta’, ci farà, senza dubbio, una figuraccia da cane. Perciò, cari amici giuliani, lasciate a questi barbari la facoltà di manifestare fino in fondo la loro arrogante stupidità e, per favore, non abbassatevi al loro infimo livello.

Vittorio Guillot, 7 Febbraio 2017